inclusione sociale disabili

Inclusione sociale disabili, 5 passi concreti

Troppo spesso capita di confondere i concetti di inclusione e di compassione. Si tratta di due cose molto diverse che, soprattutto nel contesto dell’inclusione sociale dei disabili fanno la differenza. Qualunque tipo di disabilità, motoria, cognitiva o sensoriale, rischia di isolare la persona che ne è portatrice. Per questo tutti dobbiamo impegnarci affinché le fragilità non siano solamente tollerate, ma valorizzate e perfettamente integrate nel tessuto sociale. Vediamo insieme 5 esempi concreti di inclusione che si possono replicare nelle nostre comunità.

Cosa vuol dire inclusione sociale dei disabili?

Qui non stiamo parlando di “accettare” la disabilità altrui, anche perché non c’è niente da accettare. Stiamo parlando di rendere le persone disabili perfettamente integrate nelle diverse comunità di cui fanno parte. Cioè permettere loro di studiare, lavorare, avere hobby e interessi e praticarli nel tempo libero, gestire relazioni amorose, familiari e amicali come tutti gli altri. La strada sembra lunga e ricca di ostacoli, ma ci sono tante piccole attività che si possono realizzare fin da subito. 

Se le istituzioni hanno il compito di far rispettare l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’integrazione scolastica e lavorativa, è ai singoli e alla loro sensibilità che viene offerta la possibilità di fare ancora di più. Le persone disabili non hanno bisogno solo di essere “tollerate”, ma di far parte a pieno titolo dei luoghi che frequentano. Noi di Sfide Trasformate vogliamo darvi qualche suggerimento sui passi concreti da mettere in atto.

5 esempi di integrazione dei disabili

Oltre a rispettare le leggi in materia, cosa si può fare per far sì che chiunque abbia una disabilità viva una vita piena e soddisfacente? Abbiamo pensato ad alcuni esempi concreti, da usare nelle scuole e nelle aziende, nel tempo libero e tra amici.

1. Pieno rispetto dell’altro nelle relazioni sociali

Partiamo proprio dalla base, dall’inclusione sociale dei disabili all’interno di relazioni affettive. Famiglie, relazioni amorose, gruppi di amici devono inevitabilmente fare i conti con la presenza al loro interno di una persona con disabilità. Ebbene, se volete bene alla persona in questione, trattatela con il rispetto e la dignità che merita. Le sue non sono limitazioni, ma caratteristiche che la rendono unica e che vanno valorizzate nella dimensione affettiva. 

2. Sostegno all’integrazione dei disabili a scuola

Un ambiente in cui è particolarmente difficile gestire la differenza tra inclusione e integrazione è la scuola. Oltre agli insegnanti e agli assistenti messi in campo dalle istituzioni, anche il sostegno di docenti, alunni e genitori aiuterà a ridurre gli ostacoli per chi ha una disabilità. Per esempio, è bene organizzare feste che possano includere tutti e scegliere progetti e gite scolastiche che non diventino un problema per la famiglia di un alunno con disabilità.

3. Inclusione sociale dei disabili a livello lavorativo

Anche in questo ambito ci sono leggi specifiche che regolano l’inclusione di persone con disabilità in aziende e uffici. Oltre a rispettarle, cosa potete fare per far sentire queste persone meglio integrate? Ignorare la disabilità non va bene, ma neanche trattarla come se fosse l’unica caratteristica del lavoratore in questione. La persona con disabilità avrà difficoltà a svolgere alcuni compiti, ma potrebbe eccellere in altri: la vera inclusione è permettere a ognuno di brillare per il proprio talento.

4. I momenti di tempo libero

Istituzioni e associazioni no profit organizzano momenti di intrattenimento ad hoc per persone con disabilità. Nonostante le buone intenzioni, però, non è così che si crea un vero ambiente inclusivo. Parchi e concerti, palestre e luoghi dedicati al tempo libero dovrebbero abbattere le barriere sempre, così che le persone con disabilità possano godere del tempo libero quando e come vogliono. Troppo spesso i posti per disabili ai concerti, per esempio, sono pochi e con visibilità ridotta. Siamo certi che si possa fare di meglio.

5. Attenzione alle disabilità invisibili

Quel che accade spesso è che vengono riconosciute solo le disabilità visibili (l’impossibilità di muoversi, l’uso della carrozzina o di altri ausili ecc.). Esistono però molte disabilità invisibili che vanno rispettate allo stesso modo. L’APMAAR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare) combatte per l’introduzione in Italia del cordoncino con i girasoli, che indica le persone con patologie non evidenti ma che hanno diritto ad accedere ai posti per disabili sui mezzi, a usare gli appositi bagni nei luoghi pubblici e a ricevere assistenza quando necessario. Sarebbe un piccolo passo molto significativo.

Cosa potete fare ogni giorno per l’inclusione sociale dei disabili?

Prima di tutto, conoscere e riconoscere le loro battaglie, anche quando non le capite pienamente. Chi ha una patologia vuole riconosciuti i propri diritti per poter essere cittadino o cittadina al pari di tutti gli altri. Se avete un’azienda o lavorate in un ufficio in cui sono presenti persone disabili, potete chiedere loro se hanno bisogno di particolari accomodamenti (per esempio nei bagni condivisi o nell’ascensore dell’edificio). Lo stesso vale per condomini e vicini di casa. Quando la persona con disabilità è un vostro amico o parente, mostrate particolare cura nel comprendere le sue difficoltà e adattare i momenti di festa in famiglia in modo che possa sentirsi pienamente parte della comunità.


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